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Club Alpino Italiano
Gruppo scialpinistico
Cocai di Venezia

In ricordo di un caro amico, presente nel CAI di Venezia per alcuni anni

Dal 17/5/2025 Pierino Grill non c’è più, almeno così com’eravamo abituati a pensarlo. Una brutta malattia se l’è preso, dopo tante sofferenze.

Tanti ricordi mi si affollano alla mente: noi in montagna, i suoi piccoli grandi insegnamenti sul terreno, più efficaci dei corsi ufficiali, la nostra strana sintonia. Ci incontrammo nella sede del CAI di S. Marco, quando ancora i Cocai si trovavano lì prima delle gite. Era timido, silenzioso, perfino schivo a volte. “Io non sono un titolato del CAI”, mi diceva, “ma sono stato nel soccorso alpino della Liguria”… non aveva bisogno di titoli Piero, le montagne erano casa sua, era un montanaro autentico, cresciuto nelle valli valdesi.

Sentiva il pericolo se c’era e se non c’era se ne andava tranquillamente, come si fa nel terreno che si conosce. Mi insegnò a proteggermi i piedi dalle vesciche, a farmi il  percorso di salita sulla neve se quello già tracciato era troppo ripido (con che stupore vidi poi una volta che il “mio” percorso veniva preferito a quello ripido!), a mettermi i “coltelli” dove il terreno permetteva agevolmente di fare quest’operazione, anticipando i fastidi di sistemarsi poi dove sarebbe stato più scomodo, a salire con ramponi e piccozza sulla neve … io lo seguivo dovunque, senza mai avere paura, d’inverno e d’estate. Sandra, sua moglie, intelligentemente non era gelosa di questa nostra anomala amicizia e non ne avrebbe proprio avuto motivo.  Ci legava l’amore per la montagna, un amore senza schemi. Lui saliva e scendeva come gli veniva e altrettanto facevo io. Ogni tanto ero io a dirgli di legarsi, assicurarsi, lui si sentiva sicuro quasi sempre.  Una volta Sandra venne con noi fino al rifugio Venezia, da dove  partimmo per la cima del Pelmo alle 5 di mattina. Piero ha sempre sostenuto che in cima al Pelmo dove mi ero gioiosamente rilassata, avevo preso sonno, ma a me pare impossibile. Forse Piero mi accettava come compagna per il mio entusiasmo, forse perché spesso avevamo lo stesso passo. E questo succedeva soprattutto se lui aveva fatto indigestione il giorno prima, visto che era goloso.  Quando era in forma invece lo perdevo di vista. Dopo che lasciò Venezia per tornarsene nelle valli valdesi, dopo avere curato il restauro di Palazzo Cavagnis, nel sestiere di Castello, ci vedemmo ancora una volta e di nuovo andammo in montagna, questa volta con Stefano, suo figlio. E toccava a Stefano ora dirgli di assicurarsi …  la nostra sintonia era invece immutata. Negli ultimi anni ci sentimmo poco, io lo chiamavo al telefono per raccontargli le mie disavventure (spesso quando andavo col CAI mi succedeva qualcosa e poi mi sentivo mortificata) e lui mi consolava e facevamo progetti per muoverci insieme, ma una volta mi chiamò lui per raccontarmi che aveva avuto vari problemi di salute e ricordare le nostre belle ascensioni.

Nell’autunno del 2024 avremmo dovuto ritrovarci a Palazzo Cavagnis, per rilanciare l’alleanza tra i Valdesi di Venezia e l’associazione “La gabbianella”, che lì aveva avuto la sua incubatrice. Ma non venne, Sandra mi disse che non poteva. Non pensai che si trattasse di qualcosa di grave, io pensavo ancora che ci saremmo rivisti ed insieme saremmo tornati in montagna.  Al massimo saremmo andati più piano. Invece fu l’inizio della fine.

Piero era una persona che emanava serenità, amato dai suoi famigliari, dagli amici, dai compagni. Semplice e cordiale, affettuoso e riservato ma allegro e amante della vita.  Sono grata alla sorte che me l’ha fatto incontrare. 

Carla Forcolin

I soci fondatori

Un ringraziamento va ai soci fondatori per aver dato vita, nel
1990, a questa magnifica avventura!

  • Mario Callegari
  • Luigi Cavaleri
  • Sauro Colombo
  • Renzo Gaiardi
  • Benito Lodi
  • Daniele Micheletti
  • Franco Orlandini
  • Gianluigi Pescolderung
  • Sandro Pizzolato
  • Massimo Racanelli
  • Paolo Rematelli
  • Maurizio Trevisan
  • Claudio Versolato
  • Gianni Zennaro
  • Pippo Zoroni

Il Presidente
Roberto Scapin



Chi siamo


Il gruppo scialpinistico Cocai di Venezia è stato fondato da alcuni soci della sezione veneziana del CLUB ALPINO ITALIANO nel lontano 1990. Lo scopo era, ed è tuttora, quello di riunire gli appassionati dello sci con le pelli di foca per organizzare uscite e gite in montagna, ma non solo... Il gruppo è infatti da sempre sensibile anche alle problematiche di sicurezza connesse a questa splendida attività e quindi, in collaborazione con la sezione stessa del CAI di Venezia, mantiene sempre aggiornati i propri soci organizzando corsi di aggiornamento per l'autosoccorso.


Attività scialpinistica


I Cocai promuovono una pratica dello scialpinismo a 360° con escursioni prevalentemente sull’arco alpino orientale, ma anche in quello occidentale, Abruzzo, Sicilia di una o più giornate. Ovunque esista la bianca coltre quindi è occasione buona per “siar soi legni” !
Saltuariamente, ma neanche tanto, il gruppo organizza spedizioni in altri paesi europei e non alla scoperta di nuovi itinerari come i monti Tatra in Slovakia, in nord America, sulla catena degli Zagros in Iran, solo per citarne alcune.


Modalità di adesione


Aderire al gruppo dei Cocai è facile: basta aver frequentato un corso di scialpinismo, anche base (SA1) presso una qualsiasi scuola CAI, scaricare la Domanda di Adesione e seguire le istruzioni in essa contenute.



Leggi anche il nostro statuto di fondazione.

Il nostro logo


Disegnato anni orsono dal socio architetto Gianluigi Pescolderung, rappresenta il "cocal su la bricola", con sci e bastoncini. Fiore all'occhiello del nostro sodalizio, il logo e il nome sono fortemente legati alla venezianità e ancor più alla caretteristica del gabbiano (el cocal) come essere randagio, disposto a fare molta strada per procacciare il cibo. E forse per noi amanti della bianca coltre polverosa, mai animale potè rappresentare meglio la nostra indole raminga, sempre in cerca di nuove avventure.

 
Il disegno originale

Il logo oggi



Il logo Speciale 2020